Riso in Fiore
Il destino aveva già fatto incrociare le strade delle loro famiglie nel 1935 (vedi foto): la nonna e la bisnonna di Paola erano le mondine del nonno di Adolfo. RISOINFIORE negli ultimi anni si è dedicata, oltre alla coltivazione, anche alla commercializzazione del proprio riso. Quando si parla di riso, generalmente, si è soliti operare una distinzione solo tra riso bianco e riso integrale. Tutto questo perché molto spesso si presta più attenzione alla tipologia di un prodotto che alla qualità dello stesso.
Ecco perché solo raramente si sente parlare di riso a residuo ZERO. “Che il Vercellese sia terra risicola, lo conferma il fatto che il celebre cereale, già nel 1860, venne coltivato per 30mila ettari, primato italiano dell’epoca. Se la storia del riso è quasi millenaria, apprezzato anche da Alessandro Magno, nel VI secolo a.C., quella dell’Azienda RisoInFiore è iniziata dieci anni fa, quando Paola Fiore, sostenuta dall’esperienza di ben tre generazioni dell’impresa agricola del marito, Adolfo Barbonaglia, pensa di creare un riso UNICO fuori dagli schemi tradizionali del mercato.
Nel 2017, il primo raccolto e la prima commercializzazione del prodotto a marchio registrato in Italia ed Europa, 100% esente da residui di sostanze fitosanitarie. Per noi è importante che nei piatti di noi consumatori arrivi un prodotto sano, il tutto supportato da controlli rigorosi e analisi “multiresiduali full”, facilmente rintracciabili con un click sul sito.
Oltre alla salute delle persone, il fitofarmaco reca danni anche all’ambiente: ecco perchè coltiviamo in agricoltura sostenibile, conservativa e di precisione prestando particolare attenzione alle biodiversità nelle risaie, con utilizzo di energia rinnovabile ed essiccazione di tipo “dolce”. L’evoluzione del riso nel terzo millennio passa da Stroppiana: qualità, tracciabilità ed eco sostenibilità, i caratteri distintivi di RisoInFiore.